Il sostegno bipartisan alle ragioni dei piccoli giornali contro i tagli contenuti nell’emendamento alla Legge di Bilancio del governo gialloverde. La giornata di ieri, dopo la pubblicazione dell’appello che i piccoli editori hanno lanciato contro l’indiscriminata cesoia che rischia di travolgere decine e decine di quotidiani, periodici e riviste, è stata piena di reazioni.
A cominciare dal governatore del Lazio, e candidato forte alla segreteria del Partito democratico, Nicola Zingaretti che in una nota affidata alle agenzie prende, chiaramente, posizione sulla vicenda: “”Mi associo all’appello lanciato oggi dalla File Federazione Italiana Liberi Editori. Il governo gialloverde ritiri subito l`emendamento sui finanziamenti alla stampa che mette a rischio la libertà di tutti, oltre che il futuro di migliaia di lavoratori”.
E non è tutto: “Dietro la norma presentata nei giorni scorsi c’è un pensiero molto pericoloso: l’idea che la vita di una democrazia possa fare a meno di una pluralità di voci critiche e che lo Stato possa disinteressarsi alla loro esistenza. Spegnere radio e tv, cancellare testate locali, ridurre la rete dell’informazione libera oggi è un rischio reale”.
Ma è una battaglia ideologica quella che infuria all’orizzonte. Zingaretti aggiunge: “Ancora più grave e inquietante, se pensiamo ai ripetuti attacchi alla libertà di stampa, soprattutto da parte di esponenti del M5S. Oggi che i gialloverdi sono al governo, affondano l’attacco con una legge che affosserebbe testate storiche nel Paese e una rete di piccole realtà editoriali indispensabili per uno sguardo critico e attento su ciò che ci accade. Anche sulla condotta di chi ci governa”.
Quindi l’appello: “La norma in questione, in soli tre anni metterebbe in crisi il tessuto diffuso dell’informazione libera e getterebbe nell’assoluta incertezza migliaia di lavoratori. Mi unisco quindi al grido d’allarme lanciato e all’appello perché questa norma, che colpisce al cuore il pluralismo dell’informazione e la stessa qualità della nostra democrazia, sia fermata“.
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