Sciabolate tra M5S e Repubblica: “Comprarlo è finanziare Pd”. Il cdr: “Attacco a stampa”

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2029

Tra Repubblica e Movimento Cinque Stelle tornano a scintillare le sciabolate. Dopo le recentissime polemiche innescate dalle dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio, adesso a far volare gli stracci tra il giornale diretto da Mario Calabresi e i pentastellati è il caso della protesta a Roma contro l’amministrazione guidata dal sindaco Virginia Raggi.

Tutto comincia con la scelta dell’edizione romana del giornale di apporre, come foto copertina alla pagina Facebook, uno scatto tratto dalla manifestazione di sabato scorso.

Per il M5S è un affronto gravissimo e in un post apparso sul Blog delle Stelle, eloquentemente intitolato “Comprare Repubblica equivale a finanziare il Pd”, si legge: “Hanno deciso di togliere qualsiasi dubbio sulla loro parzialità e sponsorizzare in maniera eclatante una manifestazione organizzata da un Pd nostalgico dei tempi di Mafia Capitale, Buzzi e Carminati. Evidentemente anche la redazione di Repubblica lo è”.

E perciò il M5S torna sul cuore della polemica lanciata da Di Maio: “Se facessero meno politica e più informazione magari venderebbero copie anziché continuare a perdere lettori ogni giorno. Comprare la Repubblica equivale a finanziare il Pd. Meglio darli (i soldi ndr) in beneficenza”.

L’attacco pesantissimo non è passato inosservato e il comitato di redazione di Repubblica replica non lesinando veleni: “Ennesimo attacco del Movimento Cinque Stelle a Repubblica, ai suoi giornali e alla libertà di stampa. Il post pubblicato sul blog grillino tradisce il grave deficit di cultura e coscienza democratiche di un partito di governo che, rasentando il ridicolo, taccia di parzialità la pubblicazione sul nostro giornale della notaizia sulla manifestazione contro il degrado di Roma”. E quindi la conclusione: “Ma il M5S così come qualsivoglia altra forza politica, si rassegni: Repubblica continuerà a raccontare e a commentare la verità. È la missione di ogni libero giornalista e, evidentemente, l’incubo del Movimento”.

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