Renzi e i ministri giurano nelle mani di Napolitano: “Andiamo, c’è da lavorare”

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Matteo Renzi
Matteo Renzi, nuovo presidente del Consiglio dei Ministri

Il Governo ha prestato giuramento questa mattina al Palazzo del Quirinale. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, e i ministri hanno giurato nelle mani del Capo dello Stato, pronunciando la formula di rito. Renzi,  39 anni, diventa così il ventisettesimo Presidente del Consiglio della Repubblica italiana dal dopoguerra. Erano presenti, in qualità di testimoni, il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Consigliere di Stato Donato Marra, e il Consigliere Militare del presidente della Repubblica, Generale Rolando Mosca Moschini. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, attualmente all’estero, presterà giuramento successivamente nelle mani del Capo dello Stato. Curiosità:  il neo premier si è posizionato accanto ad Angelino Alfano. “Andiamo, c’è da lavorare”, ha scherzato subito dopo i flash. Poi ha seguito il nuovo esecutivo nella Sala degli Specchi per un brindisi. Ancora, per chi ama le statistiche: Renzi è salito al Quirinale per il giuramento, sei giorni dopo l’inizio delle consultazioni partite lunedì 17 febbraio.
L’ex sindaco di Firenze ha avuto bisogno di 48 ore in più rispetto ai suoi predecessori Enrico Letta (24-28 aprile 2013, 4 giorni) e Mario Monti (13-16 novembre 2011, 4 giorni) e ben 72 ore rispetto agli esecutivi “lampo” immediatamente precedenti: il quarto governo Berlusconi concluse la formazione del governo in 3 giorni (dal 6 all’8 maggio 2008), lo stesso tempo del terzo governo del Cavaliere (21-23 aprile 2005). Addirittura più veloce il secondo esecutivo targato Romano Prodi (dal 16 al 17 maggio 2006), che impiegò solo 2 giorni per entrare ufficialmente in carica. Andando più indietro nel tempo il Governo Amato II ebbe bisogno di 7 giorni per la sua formazione (tra il 20 aprile e il 26 aprile del 2000), mentre il D’Alema I impiegò 12 giorni: le consultazioni al Quirinale partirono il 10 ottobre del 1998, ma il 15 dello stesso mese Romano Prodi decise di non proseguire nel suo mandato esplorativo. Subentrò allora il leader dei Ds che sciolse la riserva il 19 ottobre per giurare poi il 21 dello stesso mese. E sono tante anche le “prime volte” per l’esecutivo guidato dall’ex primo cittadino di Firenze: per la prima volta, infatti, arriva una donna alla guida del ministero della Difesa, Roberta Pinotti. Ma soprattutto per la prima volta entra a palazzo Chigi una donna incinta all’ottavo mese di gravidanza. Si tratta di Marianna Madia, 33 anni, romana, nuova ministra della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione.
Laureata in Scienze politiche alla Sapienza di Roma, è una ricercatrice. Negli anni scorsi è stata al centro di una serie di pettegolezzi, a causa della sua relazione poi finita con Giulio Napolitano, il figlio del presidente della Repubblica. Prima di lei solo Stefania Prestigiacomo giurò incinta. Ma era al terzo mese e il pancione si vedeva appena.
Trentatré anni, come Madia, ha anche Maria Elena Boschi, nuova ministra delle Riforme e dei Rapporti con il Parlamento, fedelissima di Renzi. Laureata in giurisprudenza, vive a Firenze, dove lavora come avvocato. Alle politiche del 2013 è stata eletta alla Camera dei deputati nella lista del Pd. Il suo profilo Twitter conta 14mila follower. Soprannominata “faccia d’angelo”, è considerata una delle donne più eleganti del Parlamento. Altre cinque donne figurano nella squadra, facendo di quello di Renzi anche il primo Governo in cui c’è parità di genere: otto uomini e otto donne. Anche se i più maliziosi hanno subito fatto notare che i tre ministeri senza portafogli sono andati tutti a donne.

Questa, comunque, la lista completa dei ministri del nuovo governo Renzi:
Economia – Pier Carlo Padoan
Interno – Angelino Alfano (Ncd)
Affari esteri – Federica Mogherini (Pd)
Giustizia – Andrea Orlando (Pd)
Difesa – Roberta Pinotti (Pd)
Sviluppo economico – Federica Guidi
Infrastrutture e trasporti – Maurizio Lupi (Ncd)
Salute – Beatrice Lorenzin (Ncd)
Politiche agricole – Maurizio Martina (Pd)
Ambiente – Gianluca Galletti (Udc)
Lavoro e politiche sociali – Giuliano Poletti
Istruzione, università e ricerca – Stefania Giannini (Sc)
Beni e attività culturali – Dario Franceschini (Pd)
Riforme e rapporti col Parlamento – Maria Elena Boschi (Pd)
Semplificazione e P.a. – Marianna Madia (Pd)
Affari regionali – Maria Carmela Lanzetta (Pd).

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