Il Governo dà l’Aspirina agli edicolanti. Servirebbe invece una sterzata

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caneMano tesa del Governo agli edicolanti. Legnini promette lo stop alle liberalizzazioni ma non basta. Servono misure urgenti per arginare la chiusura dei chioschi. A Roma è in atto una guerra fra Comune e Confcommercio per la mozione che prevede la possibilità per le edicole di vendere snack e bibite. A Parigi le edicole possono vendere perfino medicinali da banco. A Madrid addirittura salumi e tabacchi mentre a Vienna fungono da Hot spot comunali. Ma di cosa parliamo? In Italia sembra assistere ad una guerra fra poveri. L’ aams considera le edicole un punto vendita di terzo livello e difficilmente concede la possibilità di vendere servizi online. Per non parlare poi dei Monopoli di Stato. Tutti possono vendere tutto (alla faccia della concorrenza) mentre le edicole no. Siamo in un circolo vizioso dove ognuno fa la sua parte. C’è il distributore locale che tira per il cappio l’edicolante, ci sono gli editori che ne approfittano per smistare le loro pseudo/riviste e ci si mette anche il Governo Monti con la liberalizzazione dei punti vendita. Insomma i giornalai sono stufi. Va bene lo stop al decreto Monti sulla liberalizzazione ma serve altro. Si potrebbe cominciare dalla reale informatizzazione dei punti vendita. Questo permetterebbe di “colloquiare”, praticamente a costo zero, con la distribuzione locale; di controllare velocemente il fornito e il reso; di evadere la richiesta di  rifornimenti, di ridurre ai minimi termini la conflittualità. Permette inoltre la stesura di un bilancio trasparente della propria azienda edicola e consentirebbe una adeguata distribuzione secondo le reali esigenze del punto vendita. Con opportune Leggi, il punto vendita potrebbe offrire servizi remunerativi quali pagamenti bollette e  multe, pagamenti bollo automobilistico, rilascio di certificati, servizi per il  turismo, la cultura e lo spettacolo. Si “potrebbe” ma perché non si fa?
Passiamo agli editori. Il contratto con la FIEG è scaduto ormai da anni e bisognerà giocoforza riscriverlo. E non si parli solo di aggio ma anche di qualità dei prodotti venduti. Gli editori, seppur stretti dalla crisi, sanno che sedersi al tavolo delle trattative non sarà facile. Ma non potranno temporeggiare in eterno. Il dado è tratto, e le edicole che chiudono, purtroppo, sono sempre più numerose.
Infine il Governo. Gli edicolanti si aspettano delucidazioni precise in merito al ripristino della precedente stesura dell’articolo 39 riguardo le rese.
Sul fuoco insomma c’è un ricco minestrone pronto ad esplodere. Invece dell’Aspirina gli edicolanti vorrebbero qualcosa di più forte ed efficace..

 

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