La fine (quasi annunciata) del Nuovo Paese Sera

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Il Nuovo Paese Sera chiude i battenti
Il Nuovo Paese Sera chiude i battenti
Il Nuovo Paese Sera chiude i battenti

Si arena l’esperienza di rilancio della testata nata nel 1948, per volere del Partito comunista italiano, su cui hanno scritto da Norberto Bobbio a Umberto Eco, da Aldo Biscardi a Sandro Curzi. Rilancio che è iniziato meno di tre anni fa e ha avuto una vita turbolenta sin dalla sua nascita (o rinascita), soprattutto per via dei rapporti burrascosi con la politica romana. Della polemica sull’utilizzo di soldi pubblici per il nuovo grattacielo nel quartiere Eur (di cui si sono occupati tutti i principali quotidiani italiani) non c’è però traccia nell’archivio web degli articoli d iPaese Sera. L’unico filo diretto con la Regione Lazio il giornale ce l’ha invece grazie a uno dei soci di Nuovo Paese Sera srlAlessio D’Amato, politico del Pd (come Zingaretti), dirigente della cabina di regia del Servizio Sanitario Regionale, già consigliere regionale della giunta di Piero Marrazzo e soprattutto ex direttore editoriale e socio di riferimento uscente di Nuovo Paese Sera srl.
Una odissea iniziata lo scorso luglio quando sono scaduti in blocco i contratti di tutti i redattori. Da quel momento i giornalisti di quella che doveva essere “la voce di Roma” non percepiscono più lo stipendio. La società che edita il giornale ribadisce che in cassa non c’è liquidità. Tutto destinato è a fermarsi. Non solo. L’atteggiamento di chiusura della S.r.l. si riscontra in un cambio delle carte in tavola: la terza ed ultima parte delle mensilità non corrisposte era dovuta a prescindere. Tutto messo nero su bianco con l’accordo firmato lo scorso agosto, alla presenza dell’Associazione stampa romana. Non è d’accordo però l’amministrazione societaria che vincola i pagamenti arretrati alla chiusura dell’accordo con dei nuovi soci. Un ruolo giocato dalla società Parsitalia Media che ancora non ha sciolto la riserva sul suo ingresso nella Nuovo Paese Sera S.r.l.. Un braccio di ferro che mette i redattori all’angolo. Zero soldi per gli stipendi e abbonamento alle agenzie di stampa saltato per mancato rinnovo.

COMUNICATO CDR

Paese Sera si spegne e questa volta non sembrano esserci margini di trattativa. La proprietà ha infatti annunciato informalmente alla redazione e alla direzione che tra qualche giorno porrà in essere la liquidazione della società. I contratti rinnovati dai giornalisti nel mese di marzo diventeranno carta straccia, così come sarà vanificata un’estenuante mediazione sindacale andata avanti per un anno e mezzo.

Il gruppo Parsitalia Media, che aveva già fatto investimenti in funzione dell’ingresso nella società garantendo anche una consulenza di natura redazionale, avrebbe ora compiuto, infatti, un decisivo passo indietro.
I cronisti di Paese Sera resteranno senza lavoro e non potranno nemmeno accedere agli ammortizzatori sociali. Roma invece perderà un pezzo di informazione quotidiana che nell’ultimo anno la redazione ha garantito con estreme difficoltà, tra black out e lente ripartenze. Alle lettrici e ai lettori di Paesesera.it va il ringraziamento di tutta la redazione e della direzione, con le scuse per non aver potuto sempre mantenere alta la qualità del prodotto giornalistico.

Alla proprietà di nuovo Paese Sera la redazione e la direzione chiedono di impegnarsi perché i lavoratori possano almeno contare sul paracadute degli ammortizzatori sociali, con la speranza che durante la fase di liquidazione possano determinarsi le condizioni di un ripensamento che eviti la chiusura di Paese Sera.

 La redazione
www.paesesera.it

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